MUNDUS VULT DECIPI
( Introduzione di Roberto Lopes, presidente dell’associazione
Prospettive, alla presentazione del libro di Matteo Mandalà MUNDUS
VULT DECIPI, Mezzojuso, salone delle suore collegine, 7 marzo 2009)
Do il benvenuto a nome dell’associazione culturale Prospettive a
tutti voi, presenti a questo incontro ed in modo particolare ai
proff. Mario Giacomarra, Francesco Altimari, Matteo Mandalà.
L’associazione Prospettive, fin dalla sua costituzione nel 1984, è
stata sempre sensibile alla salvaguardia e la valorizzazione dei
beni culturali ed alla costituzione di un archivio di documentazione
storico-culturale su Mezzojuso e il territorio.
In questa prospettiva si colloca oggi la presentazione del libro di
Matteo Mandalà.
Già dalla pubblicazione del volume di “Mundus vult decipi. I miti
della storiografia arbereshe”, l’associazione Prospettive aveva
accolto prontamente e con entusiasmo la “ epifania” del lavoro
svolto, per diverse ragioni
1- in primis, per l’affetto sincero verso l’amico Matteo
2- in secundis, perché abbiamo, ancora una volta, apprezzato in
Matteo il profondo valore scientifico della ricerca.
In tempi come quelli in cui viviamo, in cui si fa strada a gomitate
il tracotante e talora insolente revisionismo storico,dettato spesso
- dalla preoccupazione dell’appartenenza ideologica ,
-da interessi apologetici più che da ragioni di umile ricerca
storica,
- dalla coltivazione di una acritica esaltazione delle proprie
“radici”
siamo profondamente convinti che
l’atteggiamento giusto per aumentare la conoscenza e la lucida
coscienza della propria identità, sia quello di ripensare, in modo
incessante, alla storia della nostra comunità ed alla nostra
identità,
a. senza campanilismi e localismi,
b. con l’onestà dello storico che continuamente va a ricercare le
ragioni, le prove , i documenti che hanno costruito i profili della
propria identità,
c. con la mente sgombra da posizioni privilegiate da difendere ,
d. con l’umiltà intellettuale di mettersi in gioco continuamente e
non presupporre nessuna acquisizione come definitiva ed esaustiva,
In questo senso abbiamo inteso e accolto , noi soci di Prospettive ,
lo sforzo di Matteo: e cioè come il tentativo di smascherare
creazioni/falsificazioni di documenti , che hanno retto l’urto della
storia per molti anni , ma che alla fine si sono rivelati colossi
dai piedi d’argilla.
Come insegnano recenti dibattiti su fatti ed eventi della storia del
‘900,la tentazione da parte di alcuni di negare inenarrabili crimini
contro l’umanità e contro popoli in particolare, riaffiora con
sorprendente ciclicità,(pensiamo in questo momento alla negazione
dello sterminio degli Ebrei nella seconda guerra mondiale, non solo
da parte di qualche prelato di origine lefevriano e anticonciliare).
A questa negazione si contrappone l’operazione esattamente opposta :
quella cioè di inventare documenti particolarmente decisivi al punto
da scatenare una guerra di dimensioni quasi mondiali contro un
popolo quale quello iracheno, tiranneggiato da un dittatore senza
umanità come Saddam Hussein.
Oggi più che mai bisogna esercitare la virtù della vigilanza critica
, soprattutto perché abbiamo a che fare , non solo con i falsari , i
millantatori ed i truffatori alla maniera del principe Totò de
Curtis che vende allo sprovveduto compratore italoamericano la
fontana di Trevi, ma con potentissimi mezzi di comunicazione e
trasmissione occulta che ci ingannano soprattutto quando si tratta
di confermare stereotipi . Bisogna non farsi ingannare soprattutto
quando ci assicurano che ci “fanno vedere” i fatti.
L’idolatria del fatto, tanto caro ai positivisti.!
Non entro nel merito della riflessione nietzschiana sulla stupidità
dei fatti e la verità delle interpretazioni, ma ricordate il
cormorano impigliato, intrappolato e morto nel petrolio della guerra
del golfo?
Ebbene ci hanno poi rivelato che era falso, perché rubato ad un
altro disastro ma abilmente confezionato e dato in pasto a noi,
ignari telespettatori istupiditi dalla scatola meccanica e dalle
illusioni del tubo catodico dei vari grandi fratelloni e
fratacchioni.
Ma quanti altri “cormorani” , serviti alla tavola del supermarket
della storia abbiamo già digerito ?
Ma non roviniamoci l’appetito , perché stasera stiamo per fare
piazza pulita di alcune pietanze che ci hanno ammannito e che già da
tempo abbiamo assimilato, e che ci hanno nutrito , in qualche modo.
Certo ora avvertiamo un certo smarrimento e stordimento. Ma niente
paura ,dobbiamo sempre essere disposti a rimettere in discussione le
nostre certezze sebbene ci comporti il disagio di riorientare
gestalticamente la nostra weltanshauung ed i profili della nostra
identità.
D’altra parte una vita senza ricerca non è degna d’essere vissuta e
paradigmi scientifici ritenuti validi orientamenti ed utilizzati per
millenni si sono rivelati col tempo inadeguati a dare risposte a
sempre nuovi quesiti e sono stati perciò abbandonati .
Ci viene in mente quanto citato dal nostro I. Gattuso nel presentare
il lavoro Manzil Yusuf facendo precedere al volume la seguente
citazione dell’arciprete Papàs Onofrio Buccola
“ Se altri potesse presentare nuovi scritti e documenti ignorati
sulla fondazione di Mezzojuso in opposizione a quelli da me
prodotti, mi reputerei oltremodo lieto, purché si conceda il trionfo
della verità, solo carattere indelebile della storia”.
Il trionfo della verità invocata da Papàs Buccola forse è una utopia
, non lo è certamente l’appassionata e spassionata ricerca della
verità. Siamo convinti che la verità, storica o meno, non essendo un
oggetto da potere acchiappare , non può essere assolutamente
“posseduta” da nessuno, pena la sua degenerazione in bieca e becera
ideologia violenta, intollerante ed ,in ultima analisi, in una
specie di maschera e parodia della verità. Ma come diceva Adorno (
Minima Moralia) :
non si ha verità ma si è nella verità.
La ricerca della verità è dunque incessante ed inesauribile risulta
la sua interpretazione; per la storia,poi, la questione si complica
perché , il passato, quest’oggetto di studio “ambiguo ed
inesauribile”,si pone come complessità non facilmente afferrabile
perché troppo vasta e necessita di molti punti vista, perché
complessa è la vita , ricca di sfumature , sfaccettature e la verità
della storia si trova limitata dalle servitù imposte alla condizione
umana la storia è vera, ma la sua verità è parziale.
Da ciò deriva l’onestà intellettuale nel dichiarare i propri
postulati, i propri assunti di partenza ammettendo la possibilità di
una apertura al dialogo tra gli studiosi di diverse prospettive e
convinzioni , in uno sforzo ulteriore ed una incessante ricerca
della verità: una verità così grande , impalpabile, sfuggente,
insondabile, inesauribile, non ineffabile che si consegna a chi
cerchi di interpretarla ma che si sottrae a chi pretenda di
possederla, come oggetto, in modo esclusivo, definitivo e
conclusivo, il cui esito non può che essere la dittatura e la
violenza.
In altre parole se il fine , come diceva Papàs Buccola, è “ il
trionfo della verità”, bisogna salutare con gioia le ricerche, la
produzione di documenti inediti da offrire alla comunità
scientifica, nello sforzo di fare trionfare la verità.
E solo questo ha inteso fare il volume di Matteo Mandalà: far
trionfare la verità.
Grazie Matteo!